giovedì 28 febbraio 2013

CI SEDIAMO? /2

E poi... chi lo dice che per sedersi bisogna per forza avere una sedia? Ci sono un sacco di altri supporti interessanti... a cominciare da Dodo il dondolo, colorato e curvilinee. Poi c'è Puppy, il cagnolino stilizzato. Oppure Rocky il cavallo a dondolo che ricorda i racconti medievali. E ancora Eames l'elefante elegante.







  






































 













lunedì 25 febbraio 2013

CI SEDIAMO?


Ecco qualche spunto su come arredare la zona giochi della camera dei marmocchi o, perchè no, una porzione della vostra sala a misura di bambino. Di seguito una piccola carrellata delle micro-sedute che mi piacciono. Non mi soffermo su quelle cicciottone modello Disney dell’Ikea, che rimangono sempre molto belle e soprattutto a portata di tasche, perché le conoscete benissimo. D’altronde gli svedesi non deludono mai.

DIVERTENTI
Julian, Magis: questa seggiolina prende vita da Julian, un cane personaggio dei fumetti disegnati da Javier Mariscal. Uomo eclettico e figura di spicco nel mondo della Comunicazione e del Design spagnolo ed internazionale. Disponibile in quattro colori (bianca, gialla, rossa e verde).




 



















http://www.mariscal.com/en/projects/julian/


giovedì 21 febbraio 2013

E SEGGIOLONE SIA...

C’è poco da fare, il seggiolone per eccellenza è il Tripp Trapp della STOKKE.
Design semplice e lineare, elegante, colorato. Talmente bello che non sembra nemmeno un seggiolone. E’ l’unica cosa che sapevo con certezza che avrei preso, già dai primi mesi di gravidanza. Non snatura l’ambiente circostante, anzi lo arricchisce, ed è (o almeno dovrebbe esserlo!) eterno.
Apparentemente è un pò caro, ma ce ne sono di ben più costosi, e la somma viene ammortizzata nel tempo perché è l’unico che accompagna il bambino durante la crescita, fino a quando sarà adulto. Per chi vuole, esiste anche il New born set, una sdraietta che si incastra sullo schienale ed accoglie i bimbi fin dai primi mesi. Comodissimo per farli digerire dopo la poppata e far riposare i muscoli delle nostre braccia.

lunedì 18 febbraio 2013

SCALE/STAIRS/ESCALIERS

No no, non si tratta di un trattato sul fascino e l’architettura delle scale o di come i pargoletti le trovino divertenti. Questa è una cosa seria. Un post un pò scollegato ma importante. Ogni tanto, tra un oggetto di Design e l'altro, lascerò spazio a delle informazioni di servizio o a qualche momento di sclero (in fondo, se una non è sclerotica, che mamma è?!!!).
E’ il primo ed unico consiglio che mi sento di dare a chi sta pensando di avere un marmocchio, a chi lo sta già aspettando, a chi lo ha appena avuto (e allora forse si sarà già imbattuto nella problematica).
DOVE ABITATE?
Nel senso... dovete fare delle scale per entrare in casa? Come sono? Quanti scalini? Pendenza? Ampiezza?
Sembrano banalità ma, credetemi, non le sono. Come già detto da qualche parte in questo blog, io sono emiliana. Non di città ma di provincia, per di più. Noi siamo abituati a vivere in spazi S C O N F I N A T I. Alle comodità. C’è posto ovunque. E c’è sempre qualcosa che rende più comodo quello che ci potrebbe sembrare anche solo minimamente scomodo. Andiamo ed arriviamo in macchina dappertutto. Direttamente dentro casa, addirittura. 

Ecco. Pensate a come deve essere stato soft l’impatto con il mio trasferimento in Liguria. 
Qui è tutto stretto. E quando dico tutto intendo davvero tutto. Il primo giorno di lavoro avevo già rischiato di distruggere lo specchietto della macchina, dopo 2 settimane le ho “fatto la fiancata” entrando in garage. E mi dovevo pure ritenere fortunata ad averne uno, di garage. La situazione è più o meno questa: strade che sembrano a senso unico ma sono a doppio senso di marcia, pochissimi garage, zero parcheggi. Appartamenti piccoli, stanze e bagni ancora di più. E scale. Tantissime scale. Se siete fortunati sono larghe ed hanno un’alzata accettabile. Se siete ancora più fortunati c’è l’ascensore (di solito sfigatissimo, di quelli modello anteguerra con le portine o le grate, ma ringraziate il cielo che ci sia). Se invece non lo siete (fortunati), avete un sacco di scale strettissime e con un alzata di almeno 20 cm che mio figlio probabilmente imparerà a fare quando inizierà le scuole medie. 

mercoledì 13 febbraio 2013

FASHION TIME

Ideale per fare regali fuori dal comune.
Body, t-shirt e felpe dalle grafiche divertenti e a volte irriverenti.
BAFFIDILATTE è un marchio creato da Alessandra, mamma di due bambini, che si propone di immettere sul mercato un prodotto originale ed etico.
Tutti i materiali  utilizzati sono ecocompatibili e provengono dalla filiera del commercio equo e solidale. Baffidilatte inoltre garantisce che le stampe sui propri articoli non contengono prodotti tossici e nocivi per la salute dei bambini.

Curiosità:
• Sul sito c’è una sezione “giochi” dove scaricare e stampare i paper toy, pronti per essere costruiti e giocare con i bambini.
• Se siete di fretta per un compleanno e vi manca la carta da pacchi c’è anche una texture da scaricare per impacchettare il regalo.
• Se invece fate le cose per tempo, basta indicare il vostro pensiero d’auguri ed il prodotto arriverà direttamente a casa del festeggiato con pacco regalo e bigliettino personalizzato.

Davvero smart.


http://www.baffidilatte.it/joomla/

(Grazie alla mia amica Ci per avermi fatto scoprire il sito!)







lunedì 11 febbraio 2013

I LOVE BAGS

Non so se è successo anche a voi (o se vi scatterà la molla dopo aver letto il post), mentre ero incinta avevo un’irrefrenabile voglia di fare shopping. Ancora più del solito, intendo. Comprare vestiti non aveva molto senso perché, di lì a poco, sarei diventata una donna-mongolfiera. Fino al settimo mese poi ho dato il veto assoluto (a me stessa e agli altri) di comprare qualsiasi cosa al ranocchio, un pò per scaramanzia ed un pò per frenare l’istinto del mio parentado di inondare la nostra casa di qualsivoglia vestitino/oggetto indispensabile alla vita del pupo che si sarebbe rivelato perfettamente inutile dopo la sua nascita.
Cosa restava? Scarpe (prosciutti ai piedi permettendo) e borse. Si le borse sono sicuramente l’acquisto più intelligente da fare durante una gravidanza!! A due mesi di vita intrauterina del ranocchio ero negli Stati Uniti per lavoro. Sono riuscita a farmi regalare una borsa di Marc (esattamente quel Marc) a distanza, un genio! E’ bastato fare leva sul fatto che da quel momento in poi tutti avrebbero fatto regali a lui (o lei, ancora non si sapeva) e non a me. Il cambio favorevole dollaro-euro ha fatto il resto. Ho scelto la borsa e fatto il mio volo di rientro molto più felice.
Il tempo scorreva e l’istinto compulsivo all’acquisto non dava segni di cedimento. Dovevo andarci piano però se non volevo essere buttata fuori di casa insieme a tutte le mie borse! 
Da qui l’illuminazione (ormai il settimo mese era passato): mi SERVE una borsa da passeggino, quelle da portarsi in giro con tutto il nécessaire per il pupo. Non pensate davvero che io possa usare una di quelle terribili che danno in dotazione (che ti fanno comunque pagare in aggiunta) con l’acquisto del famigerato trio (carrozzina/ovetto/passeggino)? Nossignore. Mi rifiuto. La ricerca non ha dato grandi risultati. Poi sotto il consiglio di un’amica credo di aver trovato l’unica bella borsa in circolazione (se per caso ne conoscete altre segnalatemelo!). E ovviamente, visto che tutti vogliono farti un regalo, ho passato l’info alla mia sister, che me l’ha presa (Thank U!!).

giovedì 7 febbraio 2013

VIAGGI MENTALI

Uno degli obiettivi di trentuno, oltre a condividere la mia passione per il design, è quella di affrontare il tema viaggio con occhi diversi, quelli di una mamma. Ancora per qualche tempo non avrò molto da raccontare perché il primo viaggio cum ranocchio è stato fissato fra due mesi e mezzo circa. Seguirà resoconto dettagliato.

Quello che volevo raccontare qui, adesso, è un altro tipo di viaggio. Quello che si fa con la testa (intendo quello positivo-costruttivo eh, non quello paranoico). Si sa la mente delle donne è sempre in costante movimento, non si ferma mai. Mi sono resa conto che, quando si ha un figlio, questa cosa viene moltiplicata all’ennesima potenza. La stanchezza che si sente non è solo fisica, è anche mentale. Accudire un figlio è un lavoro no-stop, 24h su 24, 7 giorni su 7. Non ci sono weekend, babysitter, papà o nonni che tengano. Siamo e saremo sempre noi ad organizzare e pianificare tutto, anche per loro. I pensieri sono in perenne attività ed aggiornamento.
Prepara il latte, dagli da mangiare, fai il ruttino, poi mangi tu, aspetta un oretta e lo metti a letto, coprilo bene, fai la lavatrice, stendi, lava i biberon, prepara le porzioni per gli altri pasti, poi pensa a cosa gli devi comprare, è finita la cremina, l’olio di mandorle. Ah si i pannolini e il latte. Domani gli cambio le lenzuola, c’era una macchiolina anche nella coperta. Chiama la pediatra, prenota quella medicina particolare, ricordati di andare a fare quella visita. Informati per gli asili nido, vai a visitarli tutti, scegline uno ed iscrivilo. Poi le vaccinazioni si, le vaccinazioni no. Chiedi un parere a chiunque, alla fine decidi, o la va o la spacca. Oddio ha quella cosa sulla testa, cosa sarà? Chiedi, vedi, fai.... Un continuo. Potrei fare un elenco lungo duecentoquarantatrè righe. STOP. Mi fermo.

Ieri avevo la serata libera, sono andata con un’amica al concerto di Ludovico Einaudi.

lunedì 4 febbraio 2013

LET'S MUSIC

La musica è importante. Dicono che farla ascoltare ai bambini nella prima infanzia contribuisca a far sviluppare la loro capacità di percepire correttamente suoni e timbri e possa influire positivamente anche sullo sviluppo di alcune capacità di tipo logico, visivo-spaziale e forse linguistico. Non ultimo, ha il compito fondamentale di traghettarli tra le braccia di Morfeo, nella speranza che riescano a fare più ore consecutive possibili! Noi avevamo i classicissimi carillon, con cordina o manovella. Tempo 30 secondi, musica finita e via a tirare di nuovo la cordina. Adesso invece il mercato è traboccante di oggetti plasticosi e ipertecnologici pieni di tasti multifunzione. Repertorio di 10 pezzi musicali che vanno in loop, effetto proiezione di formine varie sul soffitto da fare invidia al laser show di Gardaland. Mai visto roba simile. Da vedere non sono proprio bellissimi (diciamo che sono piuttosto lontani dal mio ideale di Design), devo però ammettere che sono molto comodi: ti evitano di fare avanti e indietro 20 volte per riattaccare il “disco”, e le proiezioni sono davvero belle! Il ranocchio ne è una vittima indiscussa. Piccolo particolare: dovresti essere figlia, nipote o pronipote dell’amministratore delegato della Duracell per garantirti una lunga durata dell’oggetto. Mangiano pile di dimensioni giganti a go-go. Non parliamo poi dell'impatto ambientale, che è meglio non approfondire in questa sede.
Mi chiedo: dove sono finiti i vecchi e tanto amati carillon? Quelli affascinanti di una volta? Certo esistono ancora, noi per la nascita di Filippo ne abbiamo ricevuti quattro. Però tutti in plastica rigida -e ridaje- ... che male se gli cadono in testa! Inoltre, orrore e raccapriccio, tre di questi avevano delle ninne nanne qualsiasi, non LA ninna nanna per eccellenza, ovvero quella di Brahms. Insomma, un pò di tradizione dovremo pure tramandarla, no?
Essendo un oggetto che mi piace molto, perché ricco di significato, io l’ho regalato ai figli di due mie amiche.
Per loro ho scelto un polipo dalle forme geometriche ed essenziali. Morbido da maneggiare, tessuto 100% cotone. Così i marmocchietti ci possono giocare come meglio credono, senza farsi male. Ninna nanna di Brahms, ovviamente. OCTOPUS, questo il suo nome, è del marchio FERM LIVING, un’azienda danese specializzata in decorazione di interni che progetta e produce i suoi prodotti unendo grafica e design.

Andatevi a vedere il sito, ci sono un sacco di cose interessanti:
http://www.ferm-living.com



Il piccolo Gianluca che smangiucchia il suo polipo
Luca che riposa con Octopus attaccato al lettino